I Voucher vengono usati sempre più in modo improprio
Il caso dell’Abruzzo
Nota Uil Abruzzo
Il Direttore del Foglio, Claudio Cerasa, definisce nel suo editoriale di oggi quella per ricondurre i Voucher entro i confini di un loro utilizzo corretto “una battaglia ridicola” su “un non problema”, asserisce che gli abusi riguarderebbero “una porzione microscopica del mondo del lavoro” e bolla come “sottomissione ideologica” il porsi questo problema, che per lui equivale al rigetto puro e semplice di ogni flessibilità.
La UIL è abituata a ragionare sui numeri, e nel Terzo Rapporto sui Voucher, con dati aggiornati al 2016, rileva che i 150 milioni di ore erogate nel 2016 rappresentano più di 1/3 di tutte le ore erogate dal sistema della somministrazione (agenzie per il lavoro): alla faccia della porzione microscopica di cui scrive Cerasa! L’originaria finalità dei Voucher era virtuosa: l’emersione di rapporti di lavoro occasionali (ogni tanto) e accessori (non insiti nella ragione sociale dell’impresa), sottraendoli al nero. Quello che invece è successo è che attività regolate dai contratti si sono immerse nel mondo dei voucher, privo di protezione sociale, previdenziale e di garanzie occupazionali.
Mentre Cerasa fa la sua battaglia ideologica e negazionista del problema, il Governo ci ha ascoltati, dopo un anno, almeno per quanto riguarda la tracciabilità dei Voucher (introdotta con il d.lgs 185/2016): vedremo come funzionerà, è operativa solo dalla seconda metà di ottobre. Ma non basta: bisogna capire come vengono effettivamente usati i Voucher nei settori in cui il loro utilizzo è aumentato a dismisura, industria, edilizia, terziario, servizi e turismo: altro che lavoretti!
In Abruzzo l’utilizzo dei Voucher è massiccio. Oltre 3 milioni di ore vendute nel 2016 (stima UIL su dati INPS): quasi metà di quelli venduti nel Lazio e 3/4 di quelli venditi in Campania, che sono regioni ben più grandi. Nel 2008, i Voucher venduti in Abruzzo rappresentavano l’1% di quelli venduti in Italia; oggi, siamo al raddoppio dell’incidenza, con il 2,1%. La provincia abruzzese in cui i Voucher vanno di più è proprio l’industriale Chieti, con oltre 1 milione di ore vendute. Seguono Pescara e Teramo (quasi 800mila la prima, oltre 700mila la seconda) e chiude L’Aquila con 470mila.
Il dato dei Voucher va poi letto insieme agli altri dati del mercato del lavoro: il numero degli occupati, che prima della crisi in Abruzzo oscillava introno al 1/2 milione, oscilla ora intorno a 475mila; la flessione dei contratti a tempo indeterminato (rilevata anche dal Professor Giuseppe Mauro; l’occupazione che cresce è soprattutto quella degli ultra 50enni, come in Italia, grazie alle distorsioni operate dalla Legge Fornero, che finalmente cominciamo a correggere con l’Accordo Sindacati-Governo del 28 settembre 2016; il tasso di disoccupazione giovanile, giunto al 48%. Cerasa accusa chi vuole vederci chiaro nella crescita esponenziale dei Voucher di fare ideologia, ma ideologia è difendere i Voucher a prescindere, quali che ne siano le dimensioni e gli utilizzi effettivi.
Pescara, 30 dicembre 2016
Per la UIL Abruzzo
(Roberto Campo