Il Centro
Nuove risorse, aree di crisi e fabbrica 4.0 - La Uil chiede alla Regione di cambiare passo
I consigli regionale Uil Abruzzo e territoriali Cst Uil Adriatica Maiella e Adriatica Gran Sasso ritengono che non siano più rinviabili scelte di politica industriale da parte della giunta regionale. L'Abruzzo non ha partecipato alla costruzione del Documento di posizionamento delle regioni italiane su "fabbrica intelligente". La Uil chiede che l'Abruzzo rientri subito in questa elaborazione delle regioni su Industria 4.0 e metta mano ai suoi ritardi nella politica industriale regionale. Come? Con una serie di iniziative fra le quali: la riprogrammazione delle risorse per riequilibrare il Master Plan; facendo uscire i primi bandi Fesr e Fse, a partire da quelli su ricerca e sviluppo e aree di crisi; rinnovando la richiesta al Governo di onorare l'impegno sui 133 milioni aggiuntivi di Fsc a titolo di parziale indennizzo rispetto al taglio subito sui fondi Fesr e Fse; aggiornando la legge 40/2012; proporre il riconoscimento di aree di crisi semplice entro il 3 novembre. Richiesta una riunione del settore carbonio per rafforzare l'area di crisi complessa della Val Vibrata-Ascoli e che la proposta per una seconda area di crisi complessa: Uil condivide la proposta di Flumen (asta del fiume Aterno-Pescara, con le aree del cratere sismico, la Valle Peligna, Bussi, la Val Pescara).
Rai TGR Abruzzo
L'ABRUZZO FUORI DALLA "FABBRICA INTELLIGENTE" Il segretario della Uil Roberto Campo sollecita la Regione ad aderire al programma del Governo su Industria 4.0 che punta a favorire l'utilizzo delle nuove tecnologie. Finora poche scelte di politica industriale e molti rinvii.