6° Congresso Regionale UIL Abruzzo
15 Gennaio 2002
Schede di accompagnamento alla relazione di Dino Fasciani - Parte prima: la Uil nazionale verso il XIII Congresso
IDENTITA' DELLA UIL
LAICA, perché è per il libero pensiero e rifiuta il dogmatismo;
RIFORMISTA, perché non si limita a criticare, ma cerca di avanzare proposte proprie per affrontare i problemi;
LIBERA e PLURALISTA, perché rispetta il diritto di ogni suo iscritto e militante di partecipare alla vita politica senza vincoli di schieramento;
CONFEDERALE, perché è per l'unità del mondo del lavoro;
parte della SINISTRA SOCIALE, che riconosce il valore della solidarietà e della partecipazione, e contro il liberismo, che esalta il capitalismo senza regole.
UIL E POLITICA
Il Sindacato deve fare politica a difesa degli interessi generali del mondo del lavoro, ma deve essere autonomo e indipendente dagli schieramenti politici di Governo e Opposizione e giudicarli nel merito.
MODELLO SINDACALE
Concertazione a livello generale, partecipazione a livello produttivo.
GLOBALIZZAZIONE
Governare la globalizzazione per correggerne gli squilibri e le storture, non subire la globalizzazione selvaggia predicata dal liberismo, ma neanche rifiutare la globalizzazione in quanto tale, perché offre importanti opportunità di sviluppo, anche ai Paesi più poveri.
UIL E CAMBIAMENTO
Il Sindacato confederale deve cercare di guidare il cambiamento invece di subirlo. Non chiudersi in difesa, ma impegnarsi per una modernizzazione che metta insieme democrazia ed efficienza. Rifiutare un modernismo autoritario che pensa che efficienza e democrazia siano incompatibili e sacrifica la democrazia.
UIL E SVILUPPO
La UIL propone un nuovo Patto, incentrato sulla crescita, dopo quello degli anni '90, dedicato al risanamento, grazie al quale l'Italia fa parte sin dal principio della costruzione dell'UEM.
Bisogna qualificare il nostro sistema amministrativo, economico e sociale, sempre meno competitivo, avviando una lunga stagione di investimenti in nuove tecnologie e formazione.
In questa prospettiva, il Sud va trasformato in una grande occasione di modernizzazione del Paese.
UIL E EUROPA
Si alla costruzione dell'Europa Politica, con strutture democratiche di governo, e all'allargamento dell'Unione, perché l'Europa non deve essere una fortezza chiusa ma un continente aperto verso Est e verso il Mediterraneo.
SINDACATO EUROPEO
La UIL è per la costruzione di un sindacato europeo rinnovato, capace di porsi come un nuovo soggetto politico e sociale; pertanto, la UIL è favorevole al trasferimento a livello europeo di materie negoziali nazionali, a cominciare da istituti non salariali, dove forse è più facile sperimentare primi momenti di contrattazione europea.
Rafforzare i CAE (Comitati Aziendali Europei) puntando ad andare oltre la semplice informazione e consultazione.
CONCERTAZIONE
La UIL è a favore della Concertazione, patto con il Governo e gli imprenditori sulle scelte generali del Paese, e della Politica dei Redditi, per dare coerenza alla crescita di profitti, salari, tariffe in riferimento agli obbiettivi generali di sviluppo economico e occupazionale.
VALORE DEL LAVORO
Distribuire più equamente il carico fiscale e proseguire la lotta all'evasione fiscale, in modo da poter ridurre il cuneo fiscale che grava sul costo del lavoro (la distanza eccessiva che c'è tra retribuzione lorda e retribuzione netta) e trasformarne una parte in spazi di contrattazione; ampia defiscalizzazione dei salari più bassi.
POLITICA SALARIALE
Bisogna passare dalla difensiva all'offensiva, e mettere in atto una riscossa salariale per ridistribuire quote di produttività laddove questa cresce.
Perciò, bisogna potenziare la contrattazione articolata, perché la produttività non si incrementa in tutte le aziende, gli enti, i territori nello stesso momento.
UIL E CONTRATTAZIONE
Mantenimento dei due livelli: Contratto Nazionale e Contrattazione di Secondo Livello; modifiche da introdurre: cadenza triennale del Ccnl; unificazione della parte economica e di quella normativa; riorganizzazione della contrattazione di secondo livello.
UIL E GOVERNO
Il fatto che il rapporto del Governo con il Sindacato sia conflittuale o di dialogo dipende dalle scelte che compie il Governo.
La Uil aveva preannunciato da tempo che qualora il Governo avesse messo mano ai licenziamenti, alle pensioni, ai diritti e alle tutele dei lavoratori, ciò avrebbe comportato uno scontro durissimo.
Se invece il Governo rivedrà queste scelte e rispetterà gli interessi che il sindacato difende, i rapporti saranno normali e costruttivi.
Per noi, contano i contenuti e non gli schieramenti politici.
UIL E LIBRO BIANCO 1
La UIL non condivide la posizione del Governo che vuole sostituire la concertazione con una più sbrigativa consultazione (dialogo sociale): si tratterebbe di passare da una concertazione a tre, impegnativa per tutti i protagonisti, a un dialogo a due, senza il terzo soggetto, che poi però assume le decisioni.
La Uil avverte il Governo che se seguiterà su questa strada, considereremo finita anche la politica dei redditi e ci sentiremo liberi di avanzare le rivendicazioni salariali che riterremo opportune senza tener conto dei limiti posti dalla politica dei redditi.
Inoltre, non discuteremo con il Governo del modello contrattuale (se non come datore di lavoro nel pubblico impiego).
UIL E LIBRO BIANCO 2
Siamo interessati ad un confronto serio sul mercato del lavoro se l'obbiettivo è concordare un sistema di tutele più rispondente al mondo del lavoro attuale e forme di rappresentanza per i lavori atipici; siamo contrari se si punta a un indebolimento del sindacato e dei lavoratori per far contenta la Confindustria.
ART.18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI
Nessuna disponibilità , non c'entra niente con la flessibilità né c'è alcun collegamento tra cambiamento dell'articolo 18 e incremento dell'occupazione.
Non riguarda i licenziamenti in generale, né per ragioni economiche, né per motivi disciplinari, ma quelli ingiustificati, riconosciuti tali da un giudice.
Non si tratta di un diritto sindacale che verrebbe meno, ma di una tutela individuale, eliminato il quale si faciliterebbe la trasformazione dei lavoratori dipendenti in sudditi, in omaggio alla Confindustria, ma non certo alla modernizzazione.
STATO SOCIALE
Va garantito il diritto alla fruizione del servizio sanitario nazionale e lo standard del servizio, indipendentemente da come questo si struttura e da chi sarà chiamato a gestirlo.
La riforma della scuola pubblica deve riaffermarne il carattere nazionale, la laicità , l'eguaglianza delle opportunità .
Il Federalismo fiscale deve essere solidale.
PENSIONI
Non c'è alcuna emergenza previdenziale.
Le cose da fare sono le seguenti:
separare previdenza e assistenza
unificare i diversi regimi previdenziali
omogeneizzare i contributi
incentivare i lavoratori che scegliessero volontariamente di prolungare la loro permanenza al lavoro
poter utilizzare il Tfr per la previdenza complementare.
GIUDIZIO UIL SULLA DELEGA SULLE PENSIONI
E' un giudizio articolato:
Positivo che non siano state toccate le pensioni di anzianitÃ
Positivo che si sia deciso di dare il via all'utilizzo del Tfr per il decollo della previdenza integrativa
Negativo che il Governo abbia ceduto, per motivi squisitamente politici, alle posizioni della Confindustria con la proposta che ha avanzato per realizzare una decontribuzione, che rischia di provocare nel tempo una sensibile riduzione delle entrate dell'Inps e di conseguenza di squilibrare il sistema di previdenza pubblica, che invece oggi è in equilibrio. Interventi sulla decontribuzione sono possibili a condizione che prima si operi la separazione tra previdenza ed assistenza, con conseguente attribuzione alla fiscalità generale della copertura delle uscite a titolo assistenziale.
Negativo che il singolo lavoratore che decidesse volontariamente di proseguire l'attività lavorativa successivamente al conseguimento e alla certificazione della raggiunta età pensionabile non sia libero di scegliere ma debba essere condizionato dalla decisione del datore di lavoro.
CONTRATTI PUBBLICO IMPIEGO
Le risorse previste nella Finanziaria sono del tutto inadeguate, perché sono sufficienti a coprire poco più della sola inflazione programmata: questa scelta pone in discussione le stesse regole del Protocollo del luglio 1993.
Non è nemmeno pensabile il compimento della profonda riforma della pubblica amministrazione, della scuola, del pubblico impiego, senza l'apporto convinto dei lavoratori che vi operano, che non può certo essere conseguito negando loro il diritto allo stesso contratto nazionale.
MEZZOGIORNO
Pressoché assente nella politica del Governo.
Non ci sono nella Finanziaria risorse per la programmazione negoziata.
Il rilancio di una strategia unitaria del Sindacato sul Mezzogiorno è stato il tema della grande assemblea nazionale di sabato scorso a Palermo, con la quale apriamo un nuovo ciclo di azione sindacale, con l'obbiettivo di fare della soluzione della questione meridionale la prima grande modernizzazione che deve caratterizzare lo sviluppo del Paese nel prossimo futuro.
AIUTI ALLE IMPRESE
Quella che si sta adottando, è una politica senza qualità .
Questo perché l'utilizzo generalizzato di strumenti automatici di aiuto alle imprese non incentiva gli investimenti sulla qualità , la ricerca, l'innovazione, la formazione.
E' decisiva per il futuro del Paese la scelta che si compierà in questi anni tra l'orientamento dell'apparato produttivo verso una competizione tecnologica e di qualità , oppure il posizionamento su una competizione scarsamente innovativa e limitata ai fattori di costo, sempre più esposta alla concorrenza dei Paesi emergenti: al momento prevale negli imprenditori italiani la propensione a favore della via bassa alla competitività , mentre noi dobbiamo portare all'attenzione del Paese il valore strategico per l'Italia della scelta di una nuova grande modernizzazione, che metta insieme tecnologia, conoscenza, diritti.
UIL E UNITA' SINDACALE
L'unità d'azione dei sindacati è stata e sarà una condizione imprescindibile per l'affermazione del modello sindacale confederale e della concertazione. Negli ultimi tempi, è sembrata venire meno ogni prospettiva di unità sindacale, ma noi riteniamo questa situazione un grave danno per il sindacato e per il mondo del lavoro, e siamo per contrastare le posizioni che puntano alla rottura e per favorire una ripresa unitaria.
La divisione tra i sindacati porta alla sconfitta, ma anche un'unità solo difensiva non è adeguata ai problemi da affrontare: bisogna costruire l'unità su un progetto che si misuri con il mondo del lavoro di oggi, con l'obbiettivo di governare i processi di cambiamento, rendendo compatibili modernizzazione e diritti; economia e società ; individuo e collettivo.
UIL E NUOVE REGOLE DELLA RAPPRESENTANZA E DEMOCRAZIA SINDACALE
Bisogna introdurre regole generali applicabili ovunque, che riguardino la misurazione della rappresentatività delle organizzazioni sindacali; i tavoli di concertazione; la definizione delle piattaforme unitarie; la gestione dei negoziati; la netta prevalenza degli strumenti della democrazia rappresentativa rispetto alla democrazia referendaria; forme e tempi di consultazione preventiva.
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Schede di accompagnamento alla relazione di Dino Fasciani - Parte seconda: la Uil regionale (15-16 gennaio 2002)
CONCERTAZIONE IN ABRUZZO: LE REGOLE
La riforma federalista dello Stato, confermata dal referendum del 7 ottobre 2001, costituisce una tappa irreversibile del processo di decentramento, e obbliga anche il Sindacato ad adeguare la sua azione alla nuova dislocazione dei centri di potere e decisione.
Il verbale Giunta-Parti Sociali del 18 dicembre 2000 ha confermato l'accordo regionale sulla concertazione dell'8 settembre 1999.
Invece, la bozza del nuovo statuto regionale non comprende la concertazione.
La Uil Abruzzo propone emendamenti alla bozza di Statuto della Regione, che richiamino espressamente e definiscano la concertazione (1), la partecipazione, il partenariato sociale, il coinvolgimento delle parti sociali nella programmazione, l'informazione, il CREL e l'istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali.
CONCERTAZIONE IN ABRUZZO: LA PRATICA
C'è stato un confronto con il Presidente della Giunta su alcuni grandi temi, soprattutto su problematiche europee e nazionali (Docup, Pit, Legge Delega Infrastrutture). Molto meno organico il confronto sulle scelte generali che fanno capo alla Regione in prima persona (la Finanziaria). Complessivamente, le cose vanno meglio nella fase di enunciazione che in quella delle realizzazioni (per esempio, è mancato il confronto finale sulle risorse impegnate sui Pit).
L'operato della Giunta si è sin qui caratterizzato più in termini di gestione che di prospettiva e progettualità . Spesso lo stesso Presidente appare più propenso a sostituirsi sul piano dell'immagine alle parti sociali che a espletare fino in fondo il proprio ruolo in tutto l'arco della responsabilità politica, che va dall'assunzione degli impegni alla loro realizzazione e verifica.
Lamentiamo inoltre il fatto che ad oggi non si sia realizzata alcuna legge di settore.
Segue un esame dettagliato del confronto sin qui realizzato con la Giunta in generale e con i singoli Assessori.
FINANZIARIA
Negativo il fatto che per il secondo anno consecutivo si vada all'esercizio provvisorio.
Positivo che non si sia fatto ricorso all'Irpef per risanare i conti squilibrati dall'eccessiva spesa sanitaria.
Ma ciò non basta: bisogna operare una profonda riconversione e razionalizzazione delle entrate e delle uscite, per passare dall'attuale situazione, in cui la sanità divora il bilancio regionale, ad un riequilibrio dentro la spesa sanitaria (spostando risorse dalla cura alla prevenzione e riabilitazione) e tra la spesa sanitaria e quella sociale (a vantaggio di quest'ultima).
Deve inoltre prendere corpo una sezione significativa del bilancio dedicata agli investimenti e al lavoro.
Continua a mancare una scelta coerente a favore del riequilibrio territoriale, che deve essere perseguito anche correggendo con la Finanziaria Regionale gli ulteriori squilibri indotti da leggi nazionali e comunitarie, come nel caso delle zonizzazioni dell'Obbiettivo 2 e dell'87 3 c e della Finanziaria nazionale.
AMMINISTRAZIONE REGIONALE
La situazione rimane insoddisfacente. I dipendenti regionali sono demotivati, costretti a lavorare in modo vecchio. L'informatizzazione è indietro; dove c'è, è spesso disomogenea tra assessorati e anche tra diversi uffici; la burocratizzazione permane elevata... A fronte di questi problemi, va criticato severamente il fatto che non siano stati nemmeno chiesti i 4 miliardi e 200 milioni che il POR metteva a disposizione per una Formazione che è assolutamente necessaria.
La riqualificazione dell'apparato pubblico, la capacità di spesa su questi obbiettivi, la realizzazione di veri sportelli unici, sono priorità dell'intera politica regionale.
ENTI LOCALI
Terreno sempre più decisivo dell'azione sindacale, ora che sono non solo erogatori di servizi, ma erogatori di risorse, agenti di sviluppo, di controllo e di gestione del territorio, dotati di propria capacità impositiva.
Sul piano sindacale, bisogna trarre tutte le conseguenze dall'ampio processo di decentramento in essere, articolando meglio e sviluppando l'organizzazione sul territorio e istituzionalizzando momenti di concertazione a livello provinciale, comunale e delle comunità montane.
RISORSE E CAPACITA'DI SPESA
Le risorse potenziali sono ingenti:
764.872 Meuro del Docup
405,95 Euro del Piano di Sviluppo Rurale
396,784 Euro del POR
25 Meuro dell'Interreg A (cui si potranno aggiungere le risorse messe a bando per gli Interreg B e C)
50.398,00 Euro dell'Equal
6,5 Miliardi di lire dell'Urban
Ulteriori risorse potranno venire da programmi ancora in via di definizione (come per esempio il Leader Plus). Inoltre, vi sono le risorse nazionali: quelle della 488 e dell'Intesa Istituzionale di Programma; quelle del pacchetto Infrastrutture (2) e gli aiuti in deroga all'articolo 87 3 c del Trattato di Amsterdam.
Per trasformare queste risorse potenziali in investimenti reali, ci vogliono capacità progettuali e di spesa adeguate, con l'individuazione di opere cantierabili, e un'operatività che tenga conto dei tempi relativamente stretti entro cui muoversi per quanto riguarda i fondi europei: per esempio, il primo triennio 2000-2002 va rendicontato entro il 31.12.03, pena la perdita irrimediabile delle risorse, che verranno impiegate in altre regioni, e l'impossibilità di concorrere alle quote premiali nazionali ed europee. Non c'è dubbio che per arrivare a rendicontare, prima bisogna aver speso...
POLITICHE PRODUTTIVE
Dopo un inizio in grande stile, talvolta discutibile nel merito delle proposte e senza una concertazione adeguata, ma apparentemente molto decisionista, in cui erano state messe in cantiere l'istituzione dell'ESA, la legge quadro sull'Industria, la legge per il recupero dei capannoni dismessi, il confronto si è del tutto bloccato, e i progetti sono fermi (presso commissioni del Consiglio Regionale).
Al fine di favorire insediamenti industriali nelle aree interne, è necessario approntare un pacchetto di interventi volti ad abbattere gli svantaggi che le aree dell'Obbiettivo 2 presentano rispetto a quelle costiere, per quanto riguarda il costo dei terreni e dei servizi primari (gas, energia, acqua, nettezza urbana etc).
POLITICHE DEL LAVORO
Legge quadro sul Lavoro: in ritardo, anche a causa degli avvicendamenti di assessori che si sono verificati (è in corso un tentativo di recuperare con il conferimento a tecnici dell'incarico di formulare una proposta, che attendiamo e vogliamo concertare).
Servizi per l'Impiego: ritardo, soprattutto, non è ancora passata la delega alle Province, per cui i vecchi uffici di collocamento sono rimasti uffici e basta, e qualora si aprisse adesso ai privati l'attività di collocamento, uscirebbero fuori mercato
Formazione Professionale/1: positiva la decisione di incaricare dei tecnici per riscrivere la legge regionale 111/95 e il regolamento applicativo.
Formazione Professionale/2: bisogna recuperare ed ampliare la capacità di spesa delle risorse per la formazione derivanti dal POR 3, dal progetto Equal, dall'art.9 della legge 236 e dagli I.F.T.S., per scongiurare il rischio di perdere parte rilevante di quelle del triennio in corso.
La ripartizione delle risorse del POR 3, 60% nelle aree dell'Obbiettivo 2 e 40% in quelle dell'87 3 c, costituisce un tassello della politica di riequilibrio territoriale.
ABRUZZO E GRANDI GRUPPI/1: la difesa
Da tempo indichiamo nel declino quantitativo e qualitativo della presenza dei grandi gruppi in Abruzzo una vera emergenza regionale, che si è evidenziata soprattutto nei casi di Telecom, Enel, Eni (Agip Ortona), Poste, Ferrovie, Autostrade.
Si tratta spesso di infrastrutture primarie, la cui importanza va valutata oltre che in termini occupazionali diretti, anche dal punto di vista complessivo dello sviluppo e sotto il profilo sociale (la chiusura dell'ufficio postale in un piccolo paese è un colpo durissimo che mette in discussione la vivibilità del centro urbano in quanto tale).
I dati della discesa registrata da Telecom, Enel, Eni, Poste, Ferrovie negli ultimi anni sono impressionanti: nelle Poste, siamo scesi da 7.000 a 4.000 addetti; all'Enel si sono persi circa 300 posti, e altrettanti esuberi sono previsti con il nuovo piano di ristrutturazione; Telecom è scesa di 650 e si prevedono ulteriori 300 posti in meno.
Solo nel caso delle Poste si è impostata un'azione di contenimento.
Positiva l'apertura di un tavolo presso il Ministero dell'Industria per il polo ex-Italtel dell'Aquila; il giudizio di merito dipenderà dalle risposte concrete che verranno date ai problemi posti.
La manifestazione del 25 gennaio rappresenta un momento alto della mobilitazione unitaria promossa dal sindacato per uscire da una logica puramente difensiva ed occasionale e raggiungere una stabilizzazione soddisfacente dal punto di vista industriale ed occupazionale.
Il punto principale è prevenire queste gravi crisi, non limitarsi ad interventi episodici, difensivi, spesso tardivi, ma impegnare questi soggetti pubblici e privati in progetti di lungo respiro che realizzino una loro integrazione nel territorio regionale.
Ad esempio, nel caso del gruppo Ixfin, che conta tre stabilimenti in Abruzzo, bisogna immediatamente realizzare un coinvolgimento duraturo delle istituzioni e delle parti sociali interessate, per scongiurare esiti negativi della situazione preoccupante che si sta determinando e assicurare prospettive produttive ed occupazionali adeguate per queste tre realtà .
ABRUZZO E GRANDI GRUPPI/2: la crescita
Va definitivamente sconfitta l'incomprensione culturale e politica dell'importanza dei grandi gruppi, che non vanno messi in alternativa alle piccole e medie imprese, ma che anzi sono spesso i catalizzatori della crescita e/o qualificazione di indotti competitivi anche sul piano tecnologico, oltre che su quello dei costi.
La Regione deve negoziare con i grandi gruppi un ampliamento e una qualificazione degli indotti, per radicarli in Abruzzo e integrarli nel territorio.
PICCOLE E MEDIE IMPRESE E ARTIGIANATO
Le PMI e l'artigianato sono indicate da tutti gli addetti ai lavori come fondamentali per lo sviluppo e l'aumento dell'occupazione, ma spesso manca coerenza al momento delle scelte, come nel caso della Finanziaria regionale, che riduce le risorse a disposizione di queste imprese.
La UIL è per l'aumento delle risorse destinate alle piccole imprese e all'artigianato, non però in termini di aiuti generici, ma per incentivare la crescita qualitativa e tecnologica.
L'obbiettivo deve essere la qualificazione delle piccole e medie imprese abruzzesi e dell'artigianato, favorendone lo spostamento su produzioni di qualità ed evitandone l'eccessiva esposizione alla concorrenza da costi praticata dai nuovi produttori che si affacciano sul mercato, spesso a partire dai Paesi in via di sviluppo.
SANITA'
Molto grave l'accoppiata tra l'alto debito registrato (970 miliardi) e l'incapacità di spesa che perdura (453 miliardi, a disposizione ma non utilizzati per la realizzazione di opere infrastrutturali e interventi di adeguamento in termini di qualità degli ambienti e dei servizi erogati, nonché di sicurezza degli stessi addetti e di applicazione della legge 626: la 3° delibera di Giunta rinnova l'impegno in materia, ma è lecito chiedersi quando finalmente si passerà dalle intenzioni alle realizzazioni.)
Positiva la scelta realizzare un monitoraggio delle attività sanitarie, per costruire il III Piano Sanitario su informazioni adeguate (l'Osservatorio Epidemiologico, per la cui istituzione la Uil si è lungamente battuta, e che avremmo voluto protagonista della realizzazione di questa ricerca, dovrà essere impegnato nel garantire l'aggiornamento nel tempo di tale attività di monitoraggio, la cui prima stesura è stata affidata alla KPMG di Milano).
La strategia su cui imperniare il III Piano Sanitario è quella di spostare risorse, mezzi, uomini dalla cura alla prevenzione, riabilitazione ed assistenza, correggendo il dato spropositato che vede l'Abruzzo registrare il più alto tasso di ospedalizzazione a livello nazionale e passando finalmente alla fase di attuazione per quanto riguarda le RSA, i Distretti, le Assistenze Domiciliari Integrate.
Negativo il fatto che non avendo realizzato che in minima parte gli obbiettivi del II Piano Sanitario, che compensava i tagli dei posti letto ospedalieri con la realizzazione di nuovi posti lette delle RSA, ci si trovi ora con il III Piano Sanitario alla vigilia di un ulteriore massiccio taglio di quasi 2.000 posti letto per centrare la quota di 4 posti letto ogni mille abitanti previsto dal Governo, e con quasi tutto da fare in termini di prevenzione, riabilitazione ed assistenza.
Bisogna intervenire anche per abbattere l'abnorme spesa farmaceutica, che ha registrato un ulteriore balzo in avanti del 45%.
SICUREZZA
L'accordo raggiunto dalle Organizzazioni Sindacali Regionali con l'Assessore prevedeva che venisse destinato alla sicurezza almeno il 6% della spesa sanitaria, pari a circa 150 milioni l'anno, ma ad oggi questo impegno non è stato rispettato e gli atti aziendali delle Asl nemmeno prevedono gli incrementi di investimenti ed organici necessari allo scopo.
Chiediamo l'istituzione di una Conferenza permanente della Sicurezza, che veda costantemente collegati la Finanza, i Carabinieri, l'INPS, l'INAIL, gli Ispettori del Lavoro e le Asl.
Bisogna rafforzare, qualificare ed ampliare la rete dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), anche perché i dati dimostrano che dove sono presenti, l'incidenza degli infortuni e minore e il grado di sicurezza migliora.
SOCIALE
Con i 45 miliardi stanziati dalla Regione e dagli Enti Locali, non si opera alcun riequilibrio nei confronti degli esorbitanti 2.800 miliardi di spesa sanitaria: ci vogliono più risorse.
Il sociale è terreno cruciale su cui passano le problematiche degli anziani, dei pensionati, dei disabili e dei ceti meno abbienti, così come quelle delle aree interne e dei quartieri disagiati.
INFRASTRUTTURE
Un'adeguata infrastrutturazione del territorio è strategica ai fini dello sviluppo, mentre una rete insufficiente di infrastrutture costituisce una diseconomia esterna alle imprese che ne scoraggia l'insediamento.
Su alcuni investimenti infrastrutturali, si è riscontrata una positiva capacità progettuale e di spesa e di apertura di cantieri, e le risorse che si sono cominciate a erogare stanno dando risultati (vedi la ripresa dell'edilizia).
Bisogna chiarire con il Governo che le opere pubbliche da finanziare mediante delibera CIPE su proposta del Ministro per le Infrastrutture non devono riguardare il solo corridoio adriatico, ma ci vorranno altri interventi, in una logica di riequilibrio territoriale e raccordandosi con il Piano ANAS e quello delle Ferrovie.
La Regione a sua volta deve dimostrare una altrettanto efficace capacità di spesa per le zone interne. Tra le opere da realizzare nelle zone interne segnaliamo: la L'Aquila-Amatrice; la Pedemontana Rieti-Avezzano-Castel di Sangro; i potenziamenti della L'Aquila-Bussi e della Bussi-Sulmona; i raddoppi FS Pescara-Sulmona e Celano-Carsoli; l'autoporto di Avezzano; l'ultimazione dell'interporto di Alanno.
Tra le opere da realizzare nel corridoio, ricordiamo: la tratta ferroviaria Ortona-Giulianova; la variante Francavilla-Giulianova; l'autostrada Teramo-Giulianova; i porti di Vasto, Ortona, Pescara, Giulianova, con assegnazione di relative specializzazioni.
ACQUE
C'è un deficit da superare di capacità di realizzazione dei piani territoriali di ambito.
Bisogna ragionare in termini di filiera sull'utilizzo delle acque, dalla sorgente alla foce, per l'intera gamma degli utilizzi (acqua potabile; uso industriale e agricolo; uso a scopo energetico), con adeguata attivazione di depuratori.
La Uil non è in via di principio contro l'accordo Abruzzo-Puglie, ma chiede un esame accurato delle ricadute in termini di risorse idriche, economiche ed occupazionali.
EDILIZIA SCOLASTICA
Non si spende, malgrado i 64 miliardi a disposizione, mentre assistiamo ad ogni riapertura di anno scolastico ad un ciclo di proteste.
Occorre invece adeguare e rammodernare edifici e strutture.
TRASPORTI
Finalmente raggiunti gli accordi per fare il Piano regionale dei Trasporti e istituire gli ambiti territoriali con i relativi piani d ambito: ci auguriamo che ora sia giunto il momento delle progettazioni.
Gli obbiettivi da perseguire sono quelli di una liberalizzazione non devastatrice, tenendo presente che i trasporti hanno una insopprimibile valenza sociale e di equilibrio territoriale.
Bisogna ridare competitività alla ferrovia (rivedendo i tracciati e realizzando i raddoppi necessari), premessa ad un riequilibrio tra gomma e rotaia (puntando ad un maggiore utilizzo della rotaia per il trasporto delle merci), in raccordo con i nuclei industriali, l'interporto, gli autoporti, i porti e l'aeroporto.
Impegnare le F.S. al rilancio delle officine meccaniche di Sulmona e del deposito merci di Pescara.
ENERGIA
Dopo anni di sollecitazioni, attendiamo di leggere la proposta di Piano Energetico, della cui stesura è stato dato l'incarico al CISI.
L'obbiettivo non può che essere il passaggio dalla condizione attuale che ci vede importare il 30% dell'energia che utilizziamo ad una situazione di autosufficienza energetica, privilegiando l'energia pulita, senza aumenti di emissioni.
COMMERCIO
Non è opportuna un'ulteriore crescita della grande distribuzione (l'Abruzzo essendo la regione più coperta in questo senso), fatte salve specifiche aree non servite, che la Regione deve individuare.
Bisogna rilanciare la piccola distribuzione e salvaguardando il patrimonio economico, professionale e sociale che rappresenta, operando soprattutto su due versanti: la specializzazione da un lato; l'associazionismo dei piccoli commercianti dall'altro lato.
AGRICOLTURA
Negli ultimi anni sono stati raggiunti risultati importanti, sul piano della qualità e delle produzioni biologiche: significativi tra gli altri i risultati di eccellenza raggiunti dal vino e dall'olio abruzzesi, per qualità e quantità ; bene la Marsica in termini quantitativi, ma bisogna curare miglioramenti significativi anche sul piano della qualità .
C'è invece ancora molto da fare nelle aree interne, praticando un rapporto con l'ambiente non solo improntato alla conservazione, ma anche allo sviluppo, e sono necessari aiuti regionali su obbiettivi come la rivitalizzazione nelle aree protette di prodotti della tradizione; il rilancio dell'allevamento; la salvaguardia del territorio anche rilanciando la vivibilità dei piccoli centri; l'industria agro-alimentare; il funzionamento della legge sulla montagna; il turismo etc.
AMBIENTE
Ancora una volta, bilancio non positivo: l'Abruzzo dei Parchi e delle Riserve, a due passi dalle colline e dal mare, è una straordinaria opportunità per la nostra regione, ma ad oggi non riscontriamo né sviluppo né conservazione efficace, con le popolazioni che mantengono un atteggiamento di perplessità sul loro ruolo (più che giustificato a fronte di alcuni estremismi, come nel caso dei cinghiali iperprotetti malgrado si tratti di una razza non autoctona, presente in un numero eccessivo di capi e che arreca gravissimi danni all'agricoltura, o nel caso delle polemiche che hanno lungamente ritardato l'impiego dei cannoni spara-neve, che si sono dimostrati utili e niente affatto dannosi, oppure ancora in quello degli impianti turistici del Gran Sasso, afflitti da mancanza di acqua: ci chiediamo se si possa far passare per rovina dell'ambiente l'apertura di un pozzo per la captazione delle acque!)
TURISMO
C'è stato un aumento dei flussi, ma non si sono verificate le ricadute che auspicavamo sull'intero territorio, perché sostanzialmente il turismo è tutto concentrato sul mare. Bisogna allargare, collegando mare e monti; puntando ad un turismo di massa ma rigorosamente ecologico; potenziando l'agriturismo, l'artigianato artistico, le produzioni agricole della tradizione; promovendo il turismo culturale e dei centri storici.
Bisogna puntare ad un turismo che si esplica tutto l'anno. La montagna, che attualmente è meta turistica quasi esclusivamente invernale, deve aprire le aree protette al turismo estivo. Nei mesi di bassa stagione, va programmata un'offerta turistica rivolta alle fasce sociali meno abbienti.
(1) La Regione nell'ambito delle proprie funzioni e competenze adotta il metodo della concertazione quale sede di confronto con le forze economiche e sociali sui temi che attengono lo sviluppo e la politica dei redditi regionale, avvalendosi anche della consulenza del CREL e/o CNEL.
(2) La proposta/richiesta della Regione supera i 3.000 miliardi di lire; il Cipe è disponibile per circa 1.500/1.600.