Discutendo con la FIOM
Risposte della Uilm Abruzzo alle obiezioni che muove la Fiom all'accordo per il rinnovo del biennio economico del contratto nazionale dei metalmeccanici stipulato da Uilm e Fim con Federmeccanica
Luglio 2001
Obiezione 1: l'accordo non difende il potere d'acquisto.
Non è vero, infatti l'accordo copre tutta l'inflazione programmata (£.85.000); recupera la maggior parte della vecchia inflazione (£.27.000 su 34.800 chieste) e copre tutta l'inflazione aggiuntiva registrata nel primo semestre 2001 (£.18.000).
Obiezione 2: le 130.000 biennali sono in realtà solo 112.000, perché le 18.000 sono illusorie.
Non è vero, infatti nelle buste paga entreranno 70.000 lire aggiuntive quest'anno e 60.000 lire l'anno prossimo, pari a 130.000 lire nel biennio. Avevamo chiesto che ne entrassero 135.000, ne entrano 130.000, non 112.000. Al 3° livello, l'aumento è di 112.125, cioè 4.313 lire in meno rispetto alla richiesta in piattaforma, che era di £.116.438. Al 4° livello, la piattaforma chiedeva 123.188 lire, l'accordo ne prevede 118.625, con uno scarto di 4.563 lire. Al 5° livello, a fronte delle 135.000 chieste, ci sono le 130.000, con uno scarto di 5.000 lire.
Obiezione 3: ma le 18.000 se le riprenderanno tra due anni.
Non è vero, si consolidano in busta paga e si continueranno a prendere anche successivamente, evitandoci di dover tentare con due anni di ritardo il recupero della maggiore inflazione che già si è registrata in questo primo semestre 2001. Ovviamente, siccome le continueremo a prendere, non dovremo rivendicarle una seconda volta, ma rivendicheremo la parte di maggiore inflazione che risulterà non coperta.
Obiezione 4: le 18.000 avrebbero dovuto darcele in aggiunta alle 135.000.
No, perché le regole non prevedono il diritto al recupero della maggiore inflazione se non a partire dal biennio successivo. Le otteniamo da subito perché abbiamo insistito sulle 135.000 della piattaforma, e questo è stato un modo per venire incontro alla nostra richiesta complessiva.
Obiezione 5: ma nella piattaforma parlavamo di produttività (andamento di settore).
Si, ma non possiamo dimenticare che il negoziato va avanti da sei mesi. La Federmeccanica aveva posto due pregiudiziali: neanche una lira di recupero dell'inflazione vecchia e niente andamento di settore (sostenendo che le aziende che hanno fatto la contrattazione integrativa hanno già negoziato aumenti salariali legati alla produttività , e avrebbero pagato due volte rispetto alle aziende che non hanno fatto accordi integrativi). Il risultato del conflitto che abbiamo messo in atto unitariamente è stato che la prima indisponibilità è caduta nella forma e nella sostanza, mentre la seconda è stato possibile superarla nella sostanza se non nella forma, con un aumento complessivo che dista solo 5.000 lire dalla richiesta. Va anche ricordato che nelle precedenti tornate avevamo unitariamente respinto l'idea della Federmeccanica di far pesare sul contratto nazionale l'andamento del settore, che allora era negativo.
Obiezione 6: era meglio aspettare il DPEF (Documento di Programmazione Economica e Finanziaria), che probabilmente modificherà l'inflazione programmata per il 2002.
Vale solo per Federmeccanica? Se la Cgil pensasse davvero che è meglio aspettare, non avrebbe firmato l'altro ieri il contratto del commercio e questa notte quello della Confapi. Inoltre, non ci sono dispositivi automatici che garantiscano a piattaforme aperte adeguamenti delle richieste. In ogni caso, è un problema confederale, che non può risolvere da sola la categoria dei metalmeccanici.
Obiezione 7: la Uilm e la Fim si sono allontanate dalla piattaforma.
Non capita mai che la conclusione di una trattativa sia l'accoglimento integrale della piattaforma di partenza. Dopo sei mesi, era giusto guardare avanti alla ricerca di una conclusione, non indietro alla piattaforma di partenza. Inoltre, la conclusione è il 96,2% della richiesta. Altre volte abbiamo giudicato unitariamente positive conclusioni più lontane dalla piattaforma iniziale, come per esempio nel contratto del 1997, dove recuperammo, con il supporto del governo, poco più di un terzo dello scostamento, ottenemmo 200.000 lire su 262.000 chieste (cioè, il 76,3% della richiesta), e dovemmo dare in cambio la sospensione per due anni dell'impatto della tredicesima sul Tfr e l'allungamento di sei mesi del contratto.
Obiezione 8: la Uilm e la Fim hanno rotto l'unità sindacale.
E' la Fiom che sin dall'inizio della vertenza ha compiuto forzature, al contrario che nei rinnovi precedenti, che erano stati condotti molto unitariamente. Ricordiamo che proprio alla vigilia della riunione congiunta per decidere la piattaforma, la Fiom fece unilateralmente le cifre della richiesta salariale e introdusse come sua bandiera di organizzazione l'idea di chiedere aumenti legati all'andamento di settore, che non era mai stato oggetto di richieste a livello nazionale, ma sempre a livello aziendale (sotto forma di salario/produttività ). Poi sono venuti gli ultimi gravi episodi: il rifiuto di concordare con la Uilm e la Fim lo sciopero, che noi avevamo per primi proposto, e la proclamazione dello sciopero separato. La Uilm e la Fim hanno dovuto decidere se subire il veto politico della Fiom o assumersi le proprie responsabilità , con tutti i rischi che avrebbe comportato non cogliere l'opportunità di chiudere il contratto.
Obiezione 9: l'accordo unitario con la Confapi dimostra che la Fiom aveva ragione.
L'accordo dimostra che ad alcune sue obiezioni non crede per prima la stessa Fiom, a cominciare da quella secondo cui le 130.000 non garantiscono il potere d'acquisto dei salari. Complessivamente, l'accordo Confapi è lievemente inferiore salarialmente a quello Federmeccanica, ma sostanzialmente è uguale. Con un po' di furbizia e con un po' di buon senso, la Confapi si è chiamata fuori dalla battaglia politico-sindacale, prendendo a riferimento la conclusione Federmeccanica, ma evitando di specificare le motivazioni sottostanti all'aumento contrattuale. Di fatto, non cambia nulla, perché come sempre le piattaforme che sottoporremo alla Federmeccanica e alla Confapi conterranno gli stessi aumenti. La Uilm ha badato al sodo in entrambi i casi, preoccupandosi di portare a tutti i metalmeccanici le 130.000 lire che servono per difendere il potere d'acquisto dei salari.
E questa è la morale generale che si dovrebbe trarre da tutta questa storia:
PIU' SINDACATO! MENO POLITICA DI SCHIERAMENTO NEL SINDACATO!!
Uilm Abruzzo
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