Le Segreterie Confederali unitarie di Cgil – Cisl – Uil e le Categorie del Pubblico Impiego e della Scuola hanno deciso il seguente percorso di mobilitazione: fino al 13 novembre assemblee nei luoghi di lavoro per illustrare le richieste contenute nelle piattaforme di categoria; fino al 16 novembre iniziative territoriali di mobilitazione coinvolgendo cittadinanza, ambienti accademici e culturali, parlamentari e amministratori locali; il 28 Novembre, Manifestazione Nazionale.
Se non ci saranno risposte sia sul fronte degli aumenti salariali, sia sulla riapertura della stagione di rinnovo dei contratti; se non verrà liberata dai vincoli esistenti la contrattazione decentrata, strumenti essenziali per migliorare l’organizzazione del lavoro e la qualità dei servizi pubblici, verrà proclamato lo sciopero di tutti i settori pubblici e della scuola per chiedere al governo di cambiare le scelte che unilateralmente ha inserito nella legge di stabilità , mortificando sia la dignità professionale che la condizione economica dei lavoratori.
Scuola, Sanità , Sicurezza, Servizi pubblici, Autonomie locali, Soccorso pubblico , Fisco, Università , Ricerca, Cultura sono funzioni fatte dal pubblico e che garantiscono pari opportunità e benessere per i cittadini.
Non riconoscere i diritti dei lavoratori e non finanziare le amministrazioni pubbliche e l’innovazione, la ricerca e la formazione non favorisce la crescita e non qualifica la competitività nel Paese.
I lavoratori pubblici si mobiliteranno con il sostegno delle Confederazioni per rivendicare legittime prerogative contrattuali, e per migliorare la qualità delle Pubbliche Amministrazioni nell’interesse generale di lavoratori e cittadini.
Nella legge di stabilità ci sono scelte che vanno nella direzione contraria, mentre nelle riforme del Governo che hanno riguardato la scuola e la pubblica amministrazione si prosegue nella scelta di assegnare potere ai dirigenti nominati dalla politica; di sottrarre competenze alla contrattazione sia nazionale che di secondo livello, dando potere unilaterale alle amministrazioni anche sulle modalità di distribuzione delle risorse contrattuali; infine, non ci sono risposte per i precari né per l’occupazione a causa delle misure che bloccano ancora in larghissima parte il turn-over.
Contrattazione vuol dire trasparenza, invece, con scelte unilaterali si producono solo iniquità e discriminazioni.
Il sindacato continuerà la propria mobilitazione fino a che ai lavoratori pubblici non sarà restituito il diritto al contratto, alla contrattazione e ad un giusto salario.
Cgil Cisl Uil
Serena Sorrentino Maurizio Bernava Antonio Foccillo
Roma 28.10.2015