Comunicato Uil Abruzzo di fine anno (28 Dicembre 2010)
La svolta mancata del 2010, gli obbiettivi per il 2011
Comunicato Uil Abruzzo di fine anno
Il 2010
Il 2010 non è stato l'anno di svolta che speravamo, perché la nostra regione è stata costretta sulla difensiva dal peso negativo di un passato che non passa; dalle scelte del Governo, che tuttora mantiene il blocco delle risorse nazionali per lo sviluppo dell'Abruzzo (incluso il Master Plan del Decreto Terremoto), chiede solo ulteriori tagli alla spesa e prepara un Federalismo preoccupante; dal concentrarsi del Presidente della Giunta Regionale sui propri compiti di commissario a scapito del ruolo politico.
Non solo risanamento
L'azione unitaria delle parti sociali, sindacati e imprenditori, si è intensificata da ottobre in avanti, con l'obiettivo di favorire l'apertura di una stagione di investimenti e riforme che affianchi il risanamento e punti alla ripresa della crescita. Il punto di partenza è l'incontro con il Governo, da fare il prima possibile.
Unità regionale
Pur rispettando la normale dialettica maggioranza-opposizione, è nostra convinzione che l'Abruzzo abbia necessità di una fase di forte unità regionale: per questa ragione abbiamo scelto il Consiglio Regionale per la nostra manifestazione sul lavoro del 1° dicembre. Il discorso di fine anno del Presidente Chiodi non sembra recepire questa esigenza, ci auguriamo che lo faccia in pratica, dando seguito al Consiglio Straordinario sulla crisi del 15 dicembre e con il Patto per lo Sviluppo, che non deve avere una dimensione solo assessorile.
Il 2011
Nel 2011, dobbiamo evitare di occuparci solo di crisi e risanamento, ma dobbiamo avere la capacità di mettere all'ordine del giorno anche i temi del rilancio economico-sociale ed occupazionale; dell'investimento in istruzione e formazione; della ritrovata volontà di uscire dal sottosviluppo infrastrutturale di ritorno; delle riforme vere della sanità, delle politiche sociali e del trasporto pubblico locale. Il post-terremoto non deve più essere avulso dall'insieme delle politiche regionali, ma ad esse strettamente interconnesso, riprendendo lo slancio iniziale, con un programma chiaro e condiviso di azioni ed opere da realizzare. Il Federalismo non deve essere atteso passivamente, come una calamità naturale, ma affrontato esplicitando e condividendo strategie ed innovazioni adeguate.
Pescara, 28 dicembre 2010
Per la Uil Abruzzo
(Roberto Campo)