Reti Ten-T, sindacati e imprese "chiamano" Ministero e parlamentari europei

Entra nella fase finale la definizione dei collegamenti europei: il mondo del lavoro e delle imprese intensificano la pressione per il riconoscimento del corridoio Tirreno-Adriatico

UIL Abruzzo
16/09/2021
News
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Un incontro urgente con il Ministero delle Infrastrutture e la mobilitazione di tutti i parlamentari europei. È quanto chiedono Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, nel giorno in cui è previsto un incontro tra una delegazione della Commissione Ue e una del Ministero delle Infrastrutture italiano per chiudere la partita dei nuovi corridoi infrastrutturali europei in Italia.

Da quanto emerge, il percorso di riordino delle reti di collegamento sarebbe a buon punto e diversi sono i punti sui quali l’accordo sarebbe ormai cosa fatta. In primo luogo, il completamento del corridoio ten-t lungo dorsale adriatica: si tratta di un riconoscimento positivo per l’Abruzzo ma che rischia di lasciare a margine le aree interne. Inoltre, Civitavecchia dovrebbe diventare porto “core”: una qualifica che di fatto conferma il ruolo strategico di Civitavecchia e dei porti abruzzesi quali porti di Roma sull’adriatico. Grande evidenza, poi, viene data alla ferrovia Roma-Pescara, con una ridefinizione secondo i più elevati standard europei, in grado per questo di intercettare le risorse previste dai bandi Cef. Unica nota negativa, la mancata menzione ad oggi del corridoio trasversale Tirreno-Adriatico.

“La partita su questo punto non è chiusa – dicono i rappresentanti delle sedici sigle – visto che la decisione finale deve comunque essere presa dal Parlamento europeo. Proprio per questo si rende urgente un tavolo con il ministero e attivare i nostri parlamentari europei. Ancora meglio sarebbe un incontro con il presidente dell’assise, David Sassoli, per ricordargli la risoluzione approvata dal Parlamento nel 2015 che, tra i vari punti, chiedeva di “prestare attenzione a un migliore collegamento tra la penisola iberica, l’Italia centrale e i Balcani”. L’emendamento fu firmato da vari parlamentari, tra cui lo stesso Sassoli, in virtù del suo legame con l’Abruzzo, di cui conosce molto bene i problemi”.

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