"In Abruzzo si sta perdendo tempo, serve tenere alta la guardia contro la deindustrializzazione".
Lo afferma Michele Lombardo, segretario regionale Uil Abruzzo, a commento dell'intervista al professor Giulio Sapelli, pubblicata oggi da AbruzzoWeb.it, dal titolo "L'Abruzzo salvato dalla grande industria. Si parla solo di startup e turismo".
"Da abruzzese e, in particolare, da persona impegnata da anni per la crescita e lo sviluppo di sane dinamiche industriali nella nostra regione, non posso che concordare fino in fondo con quanto affermato da Sapelli - le parole di Lombardo in una nota -. Come in tanti sanno, l'Abruzzo ha avuto il momento di massima espansione proprio negli anni della nascita e dello sviluppo di importanti gruppi industriali in vari territori, che si sono fortemente connotati per quelle presenze. Penso alla Val di Sangro e al suo automotive, all'Aquilano per il settore farmaceutico, al Teramano per il tessile.
Anni importanti in cui, accanto a questi gruppi significativi, è andata sviluppandosi una cultura d'impresa locale che ha dato vita, in breve tempo, in un sistema dell'indotto che ha reso il nostro sistema produttivo un vero e proprio gioiello, a beneficio, come nota giustamente Sapelli, di tante famiglie. Se, lentamente ma con coraggio, siamo diventati il 'nord del sud', lo si deve proprio a quanto avvenuto in quegli anni. In altri termini, non si può capire l'economia abruzzese prescindendo dall'industria".
Lombardo aggiunhe che "Non ci si può cullare sugli allori, lo dico con forza. Non necessariamente ciò che è stato può continuare a durare per sempre, se il mondo della politica e delle istituzioni non tornano a dare la giusta centralità a questo mondo fatto di grandi e piccole industrie. Mantenere nella nostra regione gruppi come Fca, Finmeccanica, i grandi gruppi del chimico-farmaceutico, dell'agroalimentare e del tessile, richiede un grande sforzo capace di guardare al medio e lungo termine".
"Lo diciamo da anni e lo ribadiamo in questa occasione - prosegue il sindacalista -: si sta perdendo tempo e serve tenere alta la guardia contro la deindustrializzazione. Tutto ciò, sia ben chiaro, non significa che nel nostro sistema non ci sia spazio per il turismo, i servizi, la cultura. Ma questi avranno ragione di esistere se potranno contare sul cardine di tutto, che è appunto l'industria".
"Tutti, in definitiva, facciano la loro parte: la politica, le istituzioni, noi sindacati, le stesse imprese. Si abbia la forza e il coraggio di ridare centralità a chi produce e genera valore reale. Solo così, la storia continuerà a dirci se il miracolo economico del modello Abruzzo avrà cuore e gambe per proiettare nel futuro la nostra gente, le nostre città, la nostra regione", conclude Lombardo.
L'Articolo di Roberto Santilli su AbruzzoWeb
'L'ABRUZZO SALVATO DALLA GRANDE INDUSTRIA' SAPELLI, 'SI PARLA SOLO DI STARTUP E TURISMO'