Dieci priorità secondo la UIL Abruzzo
4 Gennaio 2001
Obbiettivo: innestare uno sviluppo economico, sociale ed occupazionale più robusto, sull'intero territorio abruzzese, puntando all'integrazione con l'Italia Centrale.
1. Spendere i fondi europei. Non perdere un euro, anzi, puntare ad ottenere la riserva premiale messa a disposizione delle regioni più brave a livello nazionale ed europeo. I nuovi regolamenti sono tassativi e dispongono che entro massimo tre anni le somme di pertinenza di ciascun anno siano non solo impegnate ma anche effettivamente erogate, pena la perdita automatica, senza ulteriori possibilità di proroga o rinegoziazione. Partire subito con l'istituzione del Comitato di Sorveglianza previsto nell'ambito del Docup, aprire il confronto sulla stesura dei complementi di programmazione e mantenere un coordinamento unitario regionale della programmazione negoziata.
2. Riequilibrio territoriale. Dare un vantaggio concreto alle zone interne, differenziando a loro favore la quantità di risorse disponibili (purché vengano effettivamente spese) e la misura degli incentivi e fare una vera politica dell'ambiente e del turismo, che può valorizzare il territorio e creare un'occupazione qualificata.
3. Pubblica Amministrazione: rendere modernamente efficiente l'apparato regionale. Fare una scaletta degli atti prioritari da compiere entro l'anno, in termini di delegificazione, sburocratizzazione, snellimento delle procedure, collegamento tra funzioni, e fare tra sei mesi una spietata verifica pubblica del cammino fatto.
4. Legge quadro sul Lavoro. Rivisitare, aggiornare, accorpare, rifinanziare le leggi per le politiche attive del lavoro in un testo unico, che disponga di un fondo unico e consistente (almeno i 100 miliardi promessi), in modo da non produrre residui passivi ma da dare risposte.
5. Legge quadro sull'industria e le piccole e medie imprese. Un unico riferimento legislativo per gli interventi e gli incentivi per favorire l'innovazione, la commercializzazione, il conseguimento delle certificazioni di qualità, l'istituzione di marchi qualitativi, l'internazionalizzazione, le ricapitalizzazioni societarie, la formazione, la sicurezza. La chiarezza serve agli imprenditori esistenti e a quelli che dobbiamo invogliare a scegliere l'Abruzzo per nuovi insediamenti.
6. Stato sociale regionale. Riqualificare la spesa sociale, con particolare riferimento a quella sanitaria, e promuovere una politica di sostegno alle famiglie. Il bivio è chiaro: da un lato c'è la strada in discesa che porta a prestazioni sempre peggiori e al tempo stesso costose al punto da mettere in crisi la quadratura dei conti; dall'altro lato, c'è la strada in salita del mettere mano al problema, puntando a un migliore equilibrio tra spesa sociale e spesa sanitaria e, nell'ambito sanitario, spostando risorse dalla cura alla prevenzione e sicurezza, stimolando la nascita di posti di lavoro aggiuntivi nei nuovi bacini di impiego che si vengono così a determinare.
7. Infrastrutture. Da un lato c'è un ritardo dell'Abruzzo, da colmare; dall'altro lato, nuove opportunità da cogliere, come quelle che dischiuderebbe la realizzazione del corridoio adriatico. Precisare le opere e le reti materiali ed immateriali che si ritiene prioritario realizzare o potenziare, a qualsiasi titolo finanziabili, si tratti dell'intesa istituzionale di programma o dei fondi strutturali, e monitorarne a scadenze prefissate lo stato di avanzamento. Contrastare il disimpegno dall'Abruzzo di Poste, Telecomunicazioni e Trasporti.
8. Conoscenza. In Abruzzo non mancano Università, Scuole, Centri di Ricerca, Formazione, Imprese tecnologicamente rilevanti, ma tra loro non c'è collegamento, che invece va promosso, a partire dal tavolo sul sistema della conoscenza che chiediamo da tempo, con tutti i soggetti interessati, per stipulare un protocollo operativo.
9. Energia. Varare ed attuare il piano energetico regionale, per rimontare la dipendenza energetica dell'Abruzzo, che si approvvigiona dall'esterno per circa il 60% del fabbisogno, e reagire ai tagli praticati dall'Enel.
10. Rifiuti. Definire una politica per dotare la regione di un efficace sistema di smaltimento dei rifiuti, dando impulso alla raccolta differenziata.
Conclusione: i punti indicati sono fortemente interconnessi. Per portarli avanti, ci vuole uno sforzo coordinato dell'intera realtà regionale e molta trasparenza sui problemi e sugli obbiettivi. Il verbale Giunta-Parti Sociali del 18 dicembre 2000, che conferma la validità dell'accordo regionale sulla Concertazione in Abruzzo, è un punto di partenza. Ora bisogna cogliere l'occasione dello Statuto Regionale per dare veste istituzionale a quelle scelte e farne un momento di consapevolezza di tutti sui compiti che abbiamo davanti. Va recuperata la situazione negativa che vede l'Abruzzo privo di Legge Finanziaria Regionale, né il testo presentato dalla Giunta a dicembre aveva la dignità di una Finanziaria, perché nemmeno si poneva obbiettivi di sviluppo e nuova occupazione. Chiediamo che la Giunta mantenga l'impegno a fare un confronto vero con le parti sociali, da chiudere entro il 31 marzo, sulle scelte prioritarie da compiere a partire dalla Finanziaria, per varare una legge coerente con gli obbiettivi che si dice di volere perseguire.
Pescara, 4 gennaio 2001
Per la UIL Abruzzo
il Segretario generale Dino Fasciani